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INGRESSO ALLA CITTA'

 

Vieni presto

ad aspettarmi

dove l’ingresso alla città

è arido e grande.

 

Ma come faccio a sentirmi

sicuro

al limite

del piazzale e del vento?

 

Non riuscirò a parlarti.

Parlami tu dei cavalli

del mare

di quello che ti fa

nascere la luce negli occhi.

Io, le mie cose,

le tengo ancore tutte

nascoste e lontane.

 

Ma tu non puoi essere

come questa stanza

piccola e chiusa

come il mio cuscino bagnato

come i quadri

le cose che ho intorno.

Tu non puoi essere

come tutte le cose segrete che invento

e che mi danno rifugio.

 

Gridami con la tua voce aspra

il tuo viso scolpito

le tue mani di terra

gridami di correre fuori!

 

Ma io non voglio apparirti

come un bambino

e non devo avere

quest’aria smarrita

laggiù dove tu mi aspetti,

al limite del piazzale e del vento,

dove l’ingresso alla città

è arido e grande.

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