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BALCONE NOTTURNO

 

Dovunque ti affaccerai

alto

sopra la notte

della città deserta

solitario

sopra il grande ghiacciaio

che la rovesciata

falce di luna

sorveglia

ancora

non troverai quel vuoto

di cui avevi paura

quel nulla

che non riuscivi a misurare.

 

Anche là dentro e oltre

quello spazio

vivono le piccole storie dell’uomo

a fatica,

e dovunque ti guardi intorno

l’antico ordine di tutte le cose

resiste ancora

e ti raggiunge

come un ronzìo lontano

e ostinato

che riempie l’oscurità,

e si confonde col vocìo

e i richiami

della gente per strada all’imbrunire.

Un ronzio sottile

che si nasconde

al di là dei vetri illuminati

degli appartamenti

col televisore acceso,

quel sibilare vibrato

sempre presente

che affonda e riposa

perfino

tra ghiaccio e stelle.

 

E non è mai il vuoto assoluto:

è solo una sua parvenza.

Vero è solo il tuo dubbio,

il sospetto

che non dà tregua,

la ricerca continua di una prova certa

o dell’oblìo.

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